C'è una chiesetta ...
da salvare
Torrazza si mobilita per il restauro di un monumento del 1600
Chi si avventurasse sulla stradicciola sconnessa che dal borgo di Torrazza sale alla torre antibarbaresca, si troverebbe di fronte, prima di raggiungerla, ad un edificio pericolante, una piccola chiesa dal campaniletto a vela. Torre e chiesa sono entrambe visibili dalla strada che corre sul fondo della vallata del Prino fino alla frazione di Clavi, anzi qualche tempo fa, grazie all'illuminazione, anche di notte le loro sagome si stagliavano sulla collina. La misera condizione in cui versa la chiesa, accentuata dal confronto con la bellezza della torre restaurata pochi anni fa, stride pesantemente con la politica di valorizzazione dei beni ambientali e architettonici che le amministrazioni comunale, provinciale e regionale perseguono. La consapevolezza che la chiesa merita di essere salvata e il comprensorio restituito al suo decoro ha portato alla costituzione di un comitato per il restauro della chiesa di San Bernardo sostenuto dall'adesione di circa duecento soci, una cinquantina dei quali turisti tedeschi, estimatori di Torrazza, che deplorano lo stato di desolante abbandono in cui versa l'edificio. Il progetto di restauro è già stato approvato dalla Soprintendenza ai Beni ambientali e architettonici della Liguria, dalla Curia e dal Comune e prevede una spesa complessiva di circa cento milioni, sufficienti a ridare dignità ad un monumento che ha una storia plurisecolare. Un foglio di protocollo, conservato nell'Archivio della Curia Vescovile, ne permette la datazione. Il 17 ottobre 1641 il vescovo Pier Francesco Costa, in visita pastorale nella sua diocesi, disponeva gli interventi indispensabili per rendere agibile l'oratorium campestre Sancti Bernardi. Nella precedente visita dei 1636 aveva già ravvisato la necessità di pavimentare, intonacare, imbiancare il piccolo edificio e di munirlo di un minimo di arredi, ma evidentemente i lavori non erano stati compiuti se ora concedeva agli amministratori solo tre mesi per portare a compimento l'opera. l'oratorio, probabilmente ancora al grezzo, non doveva essere stato edificato molto tempo prima, se si pensa che sorge a pochi metri dalla torre antibarbaresca che si eleva a monte dell'antico borgo di Torrazza e che mantenne una funzione di avvistamento e di difesa fino agli inizi dei XVII secolo. L'oratorio è databile agli anni Venti dei XVII secolo, quando il culto di San Bernardo ebbe grande diffusione in seguito alla vittoria ottenuta, nel 1625, sull'esercito franco-piemontese dai genovesi che si erano affidati alla protezione del Santo. La cura dell'oratorio continuò fino agli anni Sessanta. Nel 1967, a quanto ricordano gli abitanti del borgo, ancora si celebrava in agosto la festa del Santo. Ora lo stato di abbandono è tale che, senza un intervento tempestivo, la costruzione crollerà: il soffitto è in buona parte precipitato al suolo, sono scomparsi gli infissi e le inferriate, una grossa crepa corre verticalmente lungo il muro posteriore. Eppure la chiesetta non merita un destino così miserando se non altro per la posizione invidiabile in cui è situata: dietro ad essa si eleva la torre antibarbaresca, unica integra delle quattro storiche torri rappresentate nello stemma di Imperia. Intorno una nuvola d'ulivi: lo sguardo spazia, a trecentosessanta gradi, dal mare alla collina di Poggi, al monte Faudo, a Dolcedo, al santuario di Montegrazie e alla perla di Porto Maurizio incastonata fra i colli verdi di olivi. Il luogo è di una serenità e di una pace ineguagliabili, isolato quel tanto che basta dal borgo che si raggiunge con cento metri circa di strada pedonale, ora purtroppo in parte cementata e mal tenuta. La parrocchia di San Giorgio, che è la proprietaria della cappella, deve provvedere alla cura e ai continui interventi di manutenzione della parrocchiale romanica di San Giorgio, della chiesa di San Gottardo, barocca, che domina il borgo, e dell'oratorio di San Giovanni, anch'esso barocco, che sorge nella piazzetta omonima. In questi tre luoghi di culto l'attività religiosa è intensa e ha il grande merito non solo di coinvolgere gli abitanti della zona, ma anche di tenere in vita tradizioni secolari (mi riferisco alle confraternite, in particolare a quella di San Giovanni a cui era affidata la cura della chiesa di San Bernardo). E' evidente che i finanziamenti per il restauro non potranno arrivare che da enti pubblici e da aziende sensibili alla conservazione del patrimonio artistico dei territorio in cui operano e aperte ad una moderna concezione del marketing come operazione anche culturale (hanno aderito finora all'iniziativa solo Cattolica Assicurazioni e la ditta Agnesi). Sono fermamente convinta che l'intervento corrisponda a un interesse generale, anche di natura economica, nell'ambito dello sviluppo turistico dell'entroterra. La chiesetta per la cui salvezza il comitato opera, può essere la meta, con la torre, di una facile e distensiva escursione che prende l'avvio dalla torre Prarola, sorgente dal mare, e tocca via via il santuario di Piani, il ponte romanico di Clavi, la chiesa di San Giorgio e il borgo di Torrazza. Lungo questo percorso l'avvocato Donaudi, nella seconda metà dell'Ottocento, ambientò la tragica storia d'amore e di morte di Annina De Berardi di Torrazza e Pietro Aicardi, nipote dello Scarincio. Più recentemente Giorgio Garibbo cantò in un dramma in versi la vicenda che per gli abitanti della valle è storia. Ora è tempo di itinerari culturali; scrittori liguri come Biamonti, Conte, Orengo, noti in Italia e all'estero, traggono ispirazione dalla costa e dall'entroterra. Anche Torrazza ha ispirato un poeta, più schivo, ma di grande spessore, Giuseppe Cassinelli. Nei suoi versi troviamo il sagrato di San Giorgio, il vecchissimo parroco del piccolo paese, la collina di Torrazza accesa di papaveri, i gufi vecchi filosofi che a notte vegliano dalle torri solitarie, gli ulivi luminosi di vento.
Orietta Mazzocco But
Torrazza, salvo l'oratorio
Dalla Carige 115 milioni
Si era mobilitata gran parte del paese, per recuperare questa piccola chiesa dal campaniletto a vela, addossata alla torre antibarbaresca, ristrutturata di recente a cura dell'Italgas, e che sorveglia dall'alto il borgo. E adesso, l'ostinata azione, promossa dal Comitato spontaneo di Torrazza (200 soci, un quarto dei quali turisti tedeschi), ha ottenuto lo scopo: il progetto di restauro, già approvato dalla Sovrintendenza ai Beni ambientali e architettonici della Liguria, dalla Curia e dal Comune di Imperia, è stato finanziato pressoché interamente dalla Fondazione della Banca Carige, che ha elargito un sostanzioso contributo di 115 milioni.
Orietta Mazzocco But, combattiva presidentessa del Comitato, esprime la soddisfazione di Torrazza: "Sembrava un'impresa impossibile, all'inizio. E invece siamo ormai vicini al traguardo: i soldi ci sono, e in autunno, verso novembre, potranno cominciare i lavori di sistemazione dell'Oratorio di San Bernardo. Le risorse economiche dovrebbero essere sufficienti, e questo consentirà di ridare dignità a un monumento che ha una storia plurisecolare, poichè risulta già esistente nel 1600". A Torrazza, l'edificio di culto, a quanto ricordano gli abitanti, era ancora frequentato nel 1967: ogni agosto, vi si celebrava la festa del Santo.
Ma, da oltre una trentina d'anni, la chiesetta è lasciata in stato d'abbandono: "Senza un intervento tempestivo, rischia di crollare", precisa la signora But.
Il soffitto è già precipitato per buona parte, infissi e inferriate sono scomparsi, il muro posteriore è attraversato da una crepa verticale. Un altro gioiello d'arte e storia - uno dei tanti - che corre il pericolo di scomparire. Adesso, le speranze sono rifiorite: "L'obbiettivo è quello di valorizzare questa zona sotto il profilo turistico. L'oratorio si trova in una splendida posizione panoramica sulla Val Prino, disseminata di ulivi, ed è accanto alla torre, l'unica ancora integra delle quattro presenti nello stemma di Imperia" conclude la signora But.
Tratto da "LA STAMPA" del 13 agosto 1999
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