Il ponte di Clavi, luogo del cuore
di ORIETTA MAZZOCCO BUT
Il lettore del quotidiano La Repubblica di giovedì 24 febbraio 2005, alla pag. 31, ha trovato, tra le fotografie dei dieci luoghi d’Italia più segnalati in occasione del secondo censimento del FAI “I luoghi del cuore”, quella del ponte di San Martino, a Clavi, che ha conquistato con l’attiguo oratorio la settima posizione. Pressoché contemporaneamente sono comparsi sui quotidiani La Stampa e Il Secolo XIX ampi resoconti che hanno dato notizia dell’ottimo piazzamento nella classifica nazionale, analiticamente specificando storia e caratteristiche del sito.Lo hanno segnalato come “luogo del cuore” 2700 persone, un numero incredibilmente alto, se si pensa che lo scorso anno il primo luogo in tutta Italia, il mulino Baresi nel Bergamasco,aveva ricevuto poco più di 1400 voti.
L’iniziativa del Fondo per l’Ambiente Italiano ha avuto quest’anno un successo straordinario coinvolgendo quasi centomila persone appassionate custodi dell’ambiente e dei monumenti storici.
L’interesse per la cultura come fenomeno di massa è una novità di cui si stanno occupando i sociologhi: mostre d’arte, letture poetiche, iniziative in difesa del paesaggio e della natura, incontri con gli scrittori sono diventati eventi che coinvolgono sempre più numerosi i cittadini.
Oggi la cultura appassiona, come ieri la politica. Questa è la spiegazione che Renato Mannheimer dà dell’inattesa ottima riuscita della seconda edizione de “I luoghi del cuore” promossa dal FAI con lo slogan “L’indifferenza cancella, la tua segnalazione salva”; il numero delle segnalazioni si è quadruplicato rispetto alla prima edizione.
Ebbene,il ponte di Clavi, settimo in Italia, forte di questa marea di segnalazioni, chiede ora di godere dell’attenzione degli enti preposti alla salvaguardia del patrimonio monumentale. Settimo posto in una classifica nazionale: segno che gli imperiesi sono sensibili ai valori paesaggistici e ambientali,sono capaci di comprendere il senso prezioso di testimonianza del passato di manufatti che rappresentano un’Italia minore, ma non meno significativa e ricca di suggestioni.
Dietro a questo successo c’è il lavoro svolto per anni da chi ha a cuore le sorti del sito. Il ponte congiunge le due rive del Prino all’altezza di Clavi di Torrazza. Costruito con grande maestria nel XIII secolo, segna l’esistenza di un percorso parallelo a quello costiero risalente all’antica Roma, forse caduto in disuso o evitato perché pericoloso.
Per secoli mercanti, soldati, pellegrini, semplici viandanti, convogli di muli carichi di some hanno calpestato il suo selciato, ed il ponte con le due arcate di solida ed elegante fattura ha resistito alle piene del Prino, ma ora l’abbandono in cui versa mette a nudo una grossa fenditura e la caduta di blocchi sagomati del parapetto.
La gente del posto lo chiama il “ ponte romano”, in realtà è romanico, quindi un monumento tra i più antichi della città insieme alla ancor più antica chiesa di San Giorgio, situata poco lontano.
Nel 1998 alcune classi del Liceo classico De Amicis condussero una ricerca storica sul ponte ed annesso oratorio di San Martino. Legambiente rivolse la sua attenzione alla flora ed alla fauna che intorno creano un paesaggio di montaliana memoria; poi nacque un Comitato costituito da abitanti di Torrazza, ben presto sostenuto da circa 250 soci. Molte iniziative sono state promosse dalla sezione di Imperia dell’Istituto Internazione di Studi Liguri.
L’autorevolezza e la competenza della Presidente, dott.ssa Gabriella Stabile Re, hanno portato alla presentazione, nella sede dell’Istituto, della tesi di laurea dell’ arch. Erminia Airenti, avente come oggetto di studio il ponte di San Martino, e ad una mostra in occasione della seconda Settimana della cultura nel 2000. Un altro importante passo è stata l’adozione del ponte con l’annesso oratorio da parte del Liceo classico De Amicis. Ne è seguito un progetto di studio e valorizzazione del monumento realizzato con lezioni e sopralluoghi, pulizia del ponte e della mulattiera. Quest’ultimo spunto è stato poi ripreso dal Comitato, che ha ripristinato un percorso ad anello,munendolo di segnaletica in legno, tra lo sferisterio De Amicis e il ponte di San Martino lungo la vecchia mulattiera.
L’attività didattica ha coinvolto via via, con il supporto del Comitato, altre scuole,associazioni culturali e la stampa locale cosicché la consapevolezza dell’importanza del monumento e dell’urgenza dl suo restauro si è diffusa fra la cittadinanza.
Il censimento lanciato dal FAI ha dato modo a queste persone di esprimere la loro volontà di vedere salvato un bene culturale di primaria importanza, di cui la città dovrebbe andar fiera.
Il contesto in cui il ponte e l’oratorio si trovano è di grande rilevanza archeologica e storica, meritevole di essere non solo salvato dal degrado, ma anche valorizzato per essere degno di figurare tra le offerte proposte al turista di qualità che cerca, oltre al mare, il verde degli ulivi, i borghi dell’entroterra, le vestigia del passato da assaporare lungo i percorsi escursionistici sulle tracce delle antiche vie.
Orietta But Mazzocco
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